Tra il X e il XII secolo il monachesimo benedettino attraversò una fase di grande prestigio e di significativa disponibilità economica, con tutto ciò che ne conseguiva sul piano della committenza artistica: furono costruiti monasteri dalla progettualità raffinata e complessa, connotati da cicli pittorici e scultorei dagli orizzonti sovraregionali.
In larga parte questa fase di prosperità derivò dalla "aristocrazia della preghiera". Vale a dire: un soggetto che esercitava la sua giurisdizione su un'area più o meno vasta fondava un monastero, che doveva fungere da avamposto del potere del soggetto stesso e da "cabina di regia" dello sfruttamento agricolo del territorio, ma nello stesso tempo le preghiere diurne e notturne dei monaci avrebbero assicurato la gloria eterna al fondatore e alla sua famiglia.
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