Negli ultimi trent'anni, progressivamente, gli studiosi di arte medievale hanno iniziato a rendersi conto che la visione statica del monumento, o dell'opera, non corrisponde alla realtà praticata dal pubblico dell'epoca. Pure l'olfatto, il tatto, l'udito, erano chiamati direttamente in causa a determinare un'esperienza più complessa, quasi sempre legata anche al movimento, e alle differenti modalità di accesso del pubblico (non tutti potevano entrare dappertutto, come oggi ci sembra normale). Tanti capolavori, anche molto noti, possono essere vissuti in maniera diversa dalla semplice 'contemplazione' estetica: uno di questi, che prenderò nello specifico in considerazione, è l'arca fineraria di San Domenico nella basilica dedicata al santo a Bologna. Il suo posizionamento originario, i materiali impiegati, le allusioni sensoriali che ancora vi troviamo, la possono far divenire una vera e propria performance, come altre opere meno famose di cui parleremo.
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