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Sfruttando il metro che era appartenuto ai grandi poemi epici - l’esamentro - Ovidio scrisse un’opera estremamente innovativa: al centro della narrazione non era più un eroe e la sua epopea ma la metamorfosi stessa. L’estro mi spinge a narrare di forme mutate in corpi nuovi, recita il primo verso dell’opera.

Un mutamento che non avviene solo nei corpi dei centinaia di personaggi della tradizione classica di cui vengono raccontate le vicissitudini, ma anche nella storia: siamo infatti nel pieno fiorire dell’epoca augustea che segnò il passaggio dalla repubblica al principato. Un cammino nel cambiamento delle forme di narrazione del mito, nella storia romana, nei registri stilistici di uno dei poeti che più ha influenzato la letteratura, la scultura e la pittura italiana ed europea.

Donatella Puliga insegna Mitologia classica e Lingua e Letteratura latina presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Siena.