“Villa Borghese fuori di porta Pinciana” è il titolo di quella che possiamo considerare la più antica guida dedicata allo straordinario complesso di Villa Borghese voluto da Scipione Caffarelli Borghese, a inizio del Seicento, in cui le tre Arti (scultura, pittura e architettura) sono in concorso con la Natura. Il testo di Giacomo Manilli se si rivela imprescindibile per uno studio della collezione del cardinale, in parte ancora conservata presso la Galleria, risulta prezioso per comprendere il microcosmo creato in questo elaborato insieme e riflettere sulla visione di Arte e Natura a Roma all’aprirsi del Seicento. Villa Borghese, allora paragonata agli Orti delle Esperidi per la rarità e bellezza dei fiori e delle piante coltivati, ha il suo custode nel drago Borghese, sintesi e metafora di una nuova sensibilità per il mondo naturale.
Il gusto di raffinato mecenate e l’impeto di spregiudicato collezionista del cardinale nepote suscitarono una grande attenzione e aprirono l’orizzonte verso un nuovo stile: il Barocco romano.

Valentina Lapierre si è laureata in Storia della Critica d’Arte presso l’Università di Ferrara con una tesi dedicata a Vasari, incentrata sul tema delle immagini e delle fonti inerenti agli apparati effimeri realizzati per le nozze di Francesco I de’ Medici e Giovanna d’Austria.
Subito dopo ha svolto un periodo di apprendistato presso un laboratorio di restauro di dipinti antichi.
Parallelamente si è dedicata allo studio di temi iconografici che l’hanno portata a concentrarsi sulla pittura ferrarese e in particolare su Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino (Nigersol 2003). Ha in seguito collaborato alla redazione della più recente monografia sul pittore (M.A. Novelli, Scarsellino, 2008) e redatto la voce a lui dedicata nel 'Dizionario Biografico degli Italiani' Treccani.
Le sue più recenti pubblicazioni sono Nei giardini segreti. Una passeggiata botanica fra le opere della Galleria Borghese, illustrato da Gioia Marchegiani, edito da Topipittori e voluto dalla Galleria Borghese quale supporto alla loro attività didattica. E infine assieme a Roberto Cara Tra Garofalo e i Dossi. Una pala d’altare di «Sebastianus pictor» a Orte, per Aguaplano.