Viaggio nella pittura del mondo antico con Maurizio Harari. Prima tappa: la Campania prima di Pompei.

Inizia con questo viaggio un'avventura nuova e complessa, alla ricerca di un'arte solo apparentemente perduta. La pittura antica è stata identificata, fin dalle prime scoperte rinascimentali (le cosiddette ‘grottesche’) e poi specialmente con l’esplorazione delle città vesuviane, con quella di età romana, tardando a riconoscervi la ripresa più o meno fedele ovvero banalizzata di modelli greci risalenti a epoca classica ed ellenistica. Al di là dell’attrazione pompeianocentrica del turismo di massa – nel 2019 a Pompei 3.805.094 visitatori e 456.628 nel solo mese di agosto del 2023 –, noi cercheremo di sottrarci a questa deformazione di prospettiva storico-culturale, ricomponendo in più itinerari di viaggio – dalle coste del Tirreno fino alla Tracia – la vicenda della grande pittura greca, parietale e di cavalletto, cioè dei suoi originali che un tempo si ritenevano pressoché totalmente perduti, ma sono oggi spesso imprevedibilmente restituiti o comunque ricostruibili in virtù dell’esplorazione archeologica di anni recenti e recentissimi.
Nella prima puntata di questo ambizioso progetto, muoveremo dagli splendori dei dipinti della villa di Oplontis – esemplarmente riassuntivi di alcuni secoli di storia della pittura greca – a modo di flashback cinematografico, proiettandoci all’indietro in quella complessa mescolanza culturale preromana che caratterizzò l’attuale Salernitano – tra Greci colonizzatori e indigeni Etruschi e Opici, fino al processo di sannitizzazione –, dove documenti pittorici di straordinaria importanza trovano contesto in una delle aree archeologiche più ricche d'Italia.